Descrizione
La realtà economica di Seclì è caratterizzata, oggi come in passato, dalla commercializzazione e dal consumo della carne di cavallo; ma a questa si affiancano interessanti novità nel campo dell’arredamento, dell’edilizia con la produzione di prefabbricati e con la presenza di aziende specializzate nella realizzazione di coperture e tegolati che combinano la tradizione dei “limbrici”, tegole grezze ottenute con la lavorazione e l’essicazione dell’argilla, con materiali e soluzioni di ultima generazione.
Nell’area situata tra Seclì e Neviano si concentra la maggior parte delle attività economiche attirate, un tempo, dalla presenza della Stazione FSE di Seclì – Neviano – Aradeo. Questa, come tutti i percorsi ferrati del Salento, rappresenta un piccolo tesoro industriale, culturale e artistico, una risorsa spesso ignorata e sottovalutata. Il piccolo centro di Seclì è da sempre stato conosciuto nel Salento per il primato detenuto nella commercializzazione delle carni di cavallo. Da sempre il nome del paese è legato a questo prodotto, preziosissimo alimento indispensabile nelle diete che necessitano di ferro.
I vecchi mestieri che si esercitavano a Seclì più di duecento anni fa sono stati catalogati dagli alunni delle Scuole Elementari in una ricerca storico-sociale condotta dalle quinte classi negli anni scolastici ’94-’95 e ’95-’96 sotto la direzione dell’Insegnante Luisa Zizzari. Il volumetto ha per titolo: “Seclì: origini, stili di vita, memorie”. E’ molto interessante notare come molti mestieri siano scomparsi definitivamente nel corso di questo secolo. Due secoli fa a Seclì si esercitavano i seguenti mestieri:
- il campagnolo il contadino che lavorava a giornata;
- il coltivatore, il contadino che lavorava la sua terra;
- il massaro, il contadino che viveva nella masseria e controllava il lavoro dei campagnoli;
- il caldaraio, l’artigiano che costruiva e riparava pentole e oggetti di rame o alluminio;
- il ferraro, l’artigiano che costruiva oggetti di ferro;
- il fischiolaro, l’artigiano che fabbricava le fiscelle, cioè cestini di vimini o di giunchi che servivano per mettere la ricotta fresca;
- il beccaro, il venditore di carne, soprattutto di capra (il macellaio di oggi);
- il ciperniere, l’artigiano che faceva le cinture di cuoio con fibbie di ferro;
- il centinolaro, l’artigiano che costruiva le centine, cioè le sagome di legno che servivano per costruire gli archi;
- la filatrice, la donna che filava la bambagia, pianta un tempo molto coltivata nella zona di Seclì;
- il sarto;
- il falegname;
- l’agrimensore, l’esperto della misurazione dei terreni;
- il possidente, il proprietario di molti terreni.
Oggi quasi tutti questi mestieri non esistono più.
Da un’indagine fatta nel 1994 – 1995 si è visto che, su 55 papà degli alunni che frequentano la scuola elementare di Seclì, 32 lavorano nel terziario (forze dell’ordine, impiegati, commercianti), 20 nel secondario e 3 nel primario.